Storia del Gruppo

Il Gruppo Alpini di Bardolino si è costituito nel 1927 tra l'entusiasmo e la spontaneità di alcuni Alpini, quelli della Grande Guerra: Giuseppe ZANOTTI, Francesco SALA,(padre della Madrina del Guppo sig.ra SALA Luigia Lonardelli. ( Lisi ), Giuseppe VIOLA, Girolamo PENNACCHIO. Erano i tempi in cui la tessera di iscrizione all' Associazione Nazionale Alpini veniva raccolta di casa in casa e Alpino per Alpino. L'economia del tempo faceva pesare nel bilancio familiare anche i pochi spiccioli necessari. Altri tempi, altre esperienze, altri entusiasmi. In seguito gli Alpini Ettore FONTANA, Giuseppe MORATTI, Igino BUSCARDO, Giuseppe ERBIFORI, Alfonso STECCANELLA hanno raccolto l'eredità spirituale e fattiva del primo nucleo costituente. Le redini quindi sono passate giustamente ed idealmente agli Alpini del secondo dopo guerra i quali ben rappresentavano con il loro sofferto sacrificio l'originaria Alpinità.Primo fra questi il Sergente (di ferro) Andrea PENNACCHIO insieme a Luigi BERTONCELLI e Guerrino CONSOLINI tutti e tre Reduci della tragica Ritirata di Russia. Arcadio Marchi, Marcello Calicante, Renato Bazerla, Arturo Raspa ed avvicinadoci ai nostri tempi Giuseppe Andretti, Domenico Tiziani, Angelo Erbifori (ad interim) ed Ernesto Fasoletti hanno segnato i gradini del divenire del Gruppo. Tanti altri nomi si possono qui indicare che con il motto :"tasi e tira" sono stati l'anima dell'Associazione. E' giusto quindi ricordare fra quelli che sono andati avanti: Giuseppe Morati, Marino Baietta, Giuseppe Pachera, Luigi Beghini,  Luciano Turrini, Giano Brivio, Sergio Berton, Angelo Brentegani.
In seguito alle recenti elezioni alle cariche  sociali sono risultati eletti  per il triennio 2011-2012-2013 i seguenti Alpini:
Angelo Brentegani, Vice capo Gruppo
Antonio Pezzo
Attilio Marcolini
Battista De Paoli,Alfiere
Enrico Bertasi
Ernesto Fasoletti,Capo Gruppo
Fabbrizio Zorzi
Giovanni Andreoli,Vice capo Gruppo
Giovanni Set
Giuseppe Marzari
Giuseppe Morando
Guido Rizzi
Ivan Fraccarolli
Luciano Bazerla,Alfiere
Valentino Alberti,Economo

... e adesso ciao a tutti, grazie della vostra amicizia e compagnia ma devo tornare a Milano per fare il badante a papà infermo. Sono di turno con gli altri due fratelli. Sono le ultime parole dell’ultima sua Adunata Alpina e riassumono il sentire umano di Cesare Lavizzari, avvocato molto noto e apprezzato a Milano nel settore del diritto civile e societario e del lavoro già collaboratore anche del più noto il Avv. Alpino Prisco. Era nipote del Col. Fausto Lavizzari, comandante del 9° Reggimento Alpini caduto nella Campagna di Russia. E’ stato per 12 anni consigliere nazionale A.N.A. e dal 2009 al 2010 Vicepresidente Nazionale. Cesare Lavizzari aveva 54 anni. Era un semplice Alpino orgoglioso del suo Cappello da soldato semplice. Mente fra le più brillanti dell’Ass. Naz. Alpini era molto impegnato nell’organizzazione dell’Adunata del Centenario di fondazione nel prossimo maggio 2019 a Milano. La sua era una continua ventata di gioventù anche in vista del futuro degli Alpini. L’ultima tua adunata l’hai riservata a Bardolino…. un onore  scortarti sorridente in Paradiso...

Strade e piazze di Bardolino intitolate ad eventi e personaggi del Risorgimento

Avrete tutti riconosciuto la poesia del nostro Gino Baccolo, personaggio bardolinese originalissimo, poeta artigiano, come amava definirsi, conosciuto da molti di noi . Il luogo descritto dal Gino è quello che ha risentito maggiormente il rivoluzionario momento dell’Unità d’Italia. Ponendo un po’ di spirito di osservazione, curiosità e fantasia si può entrare piacevolmente in quel luogo che ritengo il più significativo per percepire la variazioni di Bardolino e scoprire le novità di fine 1800 ed inizio del 1900, lo stile di vita del nostro paese il modo d’essere e pensare degli abitanti… Cosa c’era dunque prima ? C’era l’orl del bagnasciuga si chiamava il Pettascoso , il Pettascoso Chiuso e la Contrada San Gervaso E’ quella parte del Castello di Bardolino chiuso nella cinta muraria che raggiunge con le sue vie a pettine, la riva del lago ai lati di Via Piazza come appare sui documenti o Piazza Maggiore come la chiama lo storico veronese Sandro Cipolla nell’Atlante Provinciale allorchè descrive il capitello della Madonna del Popolo, da altri chiamata Madonna del Latte e che si venera a Bardolino. Il bagnasciuga, nella poesia, è descritto in modo amabile ed emozionante tanto da farlo sembrare un Paradiso in terra. Quel luogo e la vita che vi si svolge è invece intriso di sacrifici quotidiani e sogni irrealizzabili. E’ il luogo della povera … ma laboriosa gente ed è … il cuore pulsante di Bardolino del tempo.. E’ delimitato ad est da quella Via Corso (notare come non aveva neppure il nome) che congiungeva un tempo Porta Verona e Porta San Giovanni. Il Pettascoso in concreto, dunque, è il centro di Bardolino e… non solo geografico. Ha una economia omogenea. E’ abitato da artigiani e pescatori e nell’osservazione dei registri anagrafici è il luogo più densamente popolato. Si conferma indirettamente quanto Bardolino fosse un paesello povero al di là della presenza di persone agiate e benestanti molto influenti. Qui, nel Pettascoso appaiono i cognomi più ricorrenti di Bardolino. Marchi, Vischioni, Turrini, Zeni, Alberti, Bampini, Bendinelli, Lenotti, Baccolo, Gelmetti, Calicante e tanti altri che potrebbero essere motivo di ulteriore ricerca e confronti. Per una nota di colore è in questo luogo che si sono sviluppati i soprannomi più conosciuti: i Vicina, gli Uffini, i Fifa i Bortoleti etc. Di questi soprannomi Bardolino è ricca ed è difficile raccoglierli tutti. I bardolinesi sono meravigliosamente fecondi ad appioppare e marchiare con questi indicando stringatamente il lavoro, il carattere, il modo di fare e pensare del personaggio o della famiglia presa di mira.. E’ una tradizione che meravigliosamente continua ai giorni nostri. Il cuore di Bardolino con il nome PETTASCOSO resisterà fino alla fine del 1800. E’ un nome dall’ oscuro significato tant’è che è stato il primo ad essere sostituito ed essere allo stesso tempo prestamente dimenticato.. Peccato perché suona bene e sembra nascondere chissà quali segreti. La denominazione potrebbe essere recuperata. Andrebbe bene anche oggi. Pettascoso è presente a Bardolino fin dal 1218 e nel 1331 viene usata anche nel Comune di Gazzo Veronese. Ha un’origine sconosciuta. Non è certo che neppure la seconda parte derivi dal latino. Non può essere di origine cimbra in quanto la popolazione cimbra non è arrivata sul Lago. La parola” petascosi” si riscontra in Val Rendena nel Comune di Pinzolo negli Statuti delle Val Giudicarie. (occorre approfondire ma questa non è la sede) L’unica ipotesi che si può avanzare è che “Pettascoso” voglia significare Prato nascosto, come suggerisce il Prof. Luciano Bonuzzi che ringrazio per la collaborazione. Ho potuto consultare alcune delibere del Consiglio Comunale e della Giunta Municipale dei primi anni del secolo e prendere visione dei primi registri anagrafici che, seppure un po’ disordinati e disorganici, rivelano comunque un primo tentativo di fissare a Bardolino oltre ad una ordinata registrazione delle persone una altrettanto corretta onomastica e conseguentemente un numerazione civica. A volte le piccole cose e le noterelle a piè di pagina, come si diceva un tempo, aprono squarci ben più rivelatori dei grandi avvenimenti stessi. Ricordo a questo proposito che un tempo la numerazione civica era applicata numerando le case abitate per numeri successivi indipendentemente dalla loro collocazione nel territorio. Si spiega quindi come, soprattutto nei vecchi casolari, compaiono numeri incredibilmente alti. 1500 e oltre. Nulla hanno a che fare questi registri con quelli parrocchiali istituiti dal Concilio di Trento. Le notizie registrate in Parrocchia sono molto essenziali e forniscono informazioni relative soltanto alla persone, nate, sposate e morte. Sono scritti in lingua latina con la penna d’oca e non sempre indicano il luogo dell’ avvenimento. Verso la fine dell’anno 1900 ed in preparazione del censimento del 1901 con varie e sofferte delibere Consiliari, viene formata la prima commissione su pressanti sollecitazioni pervenute dalle Superiori Autorità. . Molte sono le circolari contenenti le direttive tecniche che i Ministeri hanno inviato ai Comuni affinché il predetto Censimento del 1901 riuscisse nel miglior modo possibile. L’impianto tecnico allora definito è tuttora vigente segno di un buon lavoro e tra le righe si può capire l’orgoglio di uno Stato nascente che vuol prima di tutto capire se stesso. Sono solo cambiati gli strumenti tecnici di rilevazione . Fondamentale è la delibera n. 1092 approvata dal Prefetto di Verona il 19-05-1900 Si apriva allora un secolo e certe date ed avvenimenti determinano una svolta, un cambiamento. Come già ricordato in precedenti incontri della Commissione istituita quest’anno dall’Amministrazione Comunale, la nostra Bardolino ha vissuto intensamente la Storia dell’Unità Italiana con i suoi martiri, le sue sofferenze ed un palpabile riscontro si coglie nelle decisioni prese in memoria di quel vissuto. Bardolino è l’unico tra i Comuni limitrofi, che abbia dedicato in modo quasi esclusivo il proprio intero centro, la parte dunque più significativa, al ricordo dei luoghi, personaggi e battaglie del Risorgimento Italiano. Sono ben ventinove tra strade e piazze le denominazioni che vi si riferiscono Il grande avvenimento epocale dell’Unità d’Italia si è imposto … ma…da notare … ben 40 anni dopo dal fatto…. Non avevano fretta … ed il cuore bardolinese diventa un racconto testimonianza dei fatti dell’Unità d’Italia. Nella formazione della Commissione Censuaria del 1900 fortunata e preziosa è la presenza come Assessore e futuro Sindaco di Bardolino (1920-1923), del prof. Giovanni Kessler che nella sua qualità di Preside del liceo classico Scipione Maffei di Verona innesta nei lavori della commissione la personale cultura umanistica . Per suo merito non è stata dimenticata la parte storico letteraria più antica ed ecco allora il ricordo delle Grotte di Valerio Catullo a Sirmione ed il poeta Virgilio cantore del Garda. In fondo siamo dirimpettai. Tuttavia la commissione di quel tempo ha avuto un percorso piuttosto travagliato fra rinunce (motivi personali o incompatibilità) e dimissioni di componenti per i noti fatti del lungolago, già chiamato Strada del Lago, successivamente Lungolago Roma ed ora Riva Mirabello . Il travaglio vissuto dalla commissione di allora è lo specchio di un Consiglio Comunale che un Decreto del Re Vittorio Emanuele III del 14-11-1901 ha addirittura sciolto. Pensate …Il Consiglio Comunale si era insediato appena dieci mesi prima il 04-01-1901 Ciò fa comprendere l’asprezza della discussione politica di quel tempo. In quel frangente viene rieletto Sindaco il Signor Guglielmo Gianfilippi. Come si vede, nella storia tutto si ripete … “Niente di nuovo sotto il sole”. Il Pettascoso, il cuore, viene suddiviso ed i commissari ed il Consiglio Comunale del tempo si sentono obbligati a ricordare la storia dei propri padri . Per questo mi sono soffermato un po’ di più. Per sommi capi diamo la storia di ogni nome per comprendere le scelte operate dall’Amministrazione Comunale. Altre parti di Bardolino, non meno interessanti ed importanti del centro, ma situate fuori dalle mura, rendono testimonianza di queste scelte e proseguendo le ricorderemo.

(cens.1901)Il Pettascoso ed il Pettascoso Chiuso sono sostituiti da Via San Martino Via Solferino Le Battaglie molto cruente del 24-6-1859 combattute fra l’esercito Austriaco e quello Franco-Sardo pongono fine alla seconda guerra di indipendenza italiana. Erano presenti sul campo di battaglia l’imperatore dei Francesi, Napoleone III e l’Imperatore Asburgico Francesco Giuseppe in persona. Proprio in questa occasione ed alla vista di tante atrocità al sig. Henry Dunant,cittadino svizzero presente agli avvenimenti perviene l’idea di fondare la Croce Rossa. La già denominata Via San Martino che già sostituì il Pettascoso nel Censimento del 1901 nel suo tratto terminale verrà indicata nel 1951, sulla scia di un medesimo disegno storico patriottico con il nome di Piazza Principe Amedeo Il Principe Amedeo d’Aosta, nasce a Torino il 21-10-1898 e muore in prigionia degli Inglesi a Nairobi il 03-03-1942. Combattè in prima linea sul Carso. Personaggio dotato di uno spirito libero mai si adattò alle rigide regole di corte. Si racconta che all’apparire del re e della regina nella sala di ricevimento si permise ci commentare: “ Ecco arriva Curtatone e Montanara richiamandosi alla bassa statura del Re ed all’origine ,il Montenegro” della Regina. Non gliela perdonarono e dovete seguire lo zio in Somalia. Si scontrò con i Britannici nel 1941 sull’Amba Alagi e benché sconfitto ricevette l’omore delle armi insieme alle sue truppe in segno di ammirazione per la fermezza e per il valore espresso. La sua prigionia fu comunque all’insegna di una cavillosa applicazione delle norme internazionali. Morì il 03 marzo 1942 nell’Ospedale di Nairobi ed al suo funerale l’allora nemico inglese indossò il lutto al braccio.Per sua espressa volontà fu sepolto nel Sacrario Militare Italiano a Nyeri (Kenia) insieme ai suoi 676 soldati.

Cens. 1901 La Contrada San Gervaso diventa Via Palestro La battaglia di Palestro è anch’essa un episodio della seconda guerra di indipendenza italiana. Fu combattuta il 31 maggio 1859 a Palestro fra circa 14.000 austriaci e 21.000 piemontesi. L’allora Re di Sardegna Vittorio Emanuele II° era presente e seguì lo svolgersi dello scontro dal campanile del paese. La cittadina di Palestro si trova in Lomellina a pochi chilometri da Vercelli sul confine Lombardo Piemontese. Nel censimento del 1991 è stato ripristinato l’antico nome di San Gervaso che è diventata la piazzetta su cui insiste il nostro Municipio. Siamo abituati a chiamare la via come quella della “slandrona”.Su 830 abitanti del paese ben 490 sono morti nella peste del 1630 come racconta il medico responsabile dr. Francesco Bona. E’ stata la via più colpita dalla peste. Lasciata in abbandono per il timore del contagio si è guadagnata il nomignolo sopra citato.

(Cens. 1901) Via Corso assume il nome di Corso Umberto I° Umberto I° di Savoia nasce a Torino il 14-03-1844 e muore nell’attentato di Monza il 29-07-1900 ad opera dell’anarchico Gaetano Bresci. Giovanni Passanante ci aveva provato a Napoli il 17-11-1878.Viene ricordato come il Re buono per il suo atteggiamento in occasione dell’epidemia di colera a Napoli nel 1884. L’ultimo tratto di Via Corso, sostituito nel censimento de 1901 con Corso Umberto I° nella parte terminale che si collega con Porta San Giovanni è dedicato nel 1951 ad Alessandro Manzoni. Poeta e scrittore Nasce a Milano 1785 ed ivi muore nel 1873. Nel 1860 è nominato Senatore del Regno. Fin dal 1821 si schiera a favore dell’intervento nella prima guerra di indipendenza. Negli anni 1850, entrato in scena il Cavour assume la posizione di un moderato cattolico che crede nell’intervento monarchico dei Savoia. Dopo l’unificazione vie nominato Senatore del Nuovo Regno d’Italia. Notevole la sua produzione letteraria che va dal Romanzo “I promessi Sposi” alla famosa ode del “5 maggio in morte di Napoleone”. Ebbe come amico il filosofo Antonio Rosmini di Rovereto.

Via Piazza o Piazza Maggiore diventa (Cens. 1901)Piazza Vittorio Emanuele II° Vittorio Emanuele II° nasce a Torino il 14-03-1820 e muore a Roma il 09-01-1878. Fu re di Sardegna dal 1849 salì al trono dopo l’abdicazione del padre Carlo Alberto sconfitto a Novara. La sua storia si confonde con quella del Cavour tra diffidenze e aspri contrasti. Appoggiò la guerra contro l’Austria con Napoleone III° nel 1859, Cedette Nizza e la Savoia alla Francia, annettendosi le regioni centrali della penisola appoggiò la spedizione dei Mille di Garibaldi e con l’armistizio di Villafranca ottenne la Lombardia. Fu proclamato Re d’Italia nel 1861. Nel secondo dopoguerra, con il censimento del 1951, diventerà Piazza Giacomo Matteotti.

(Cens. 1901) Piazza Gallina diviene Piazza Statuto Piazza dedicata allo Statuto del Regno e meglio noto come Statuto Albertino dal nome del Re Carlo Alberto di Savoia che lo promulgò il 04-03-1848. Il 17 marzo 1861 con l’avvento del Regno d’Italia esso divenne la carta fondamentale della nascente Italia e rimase formalmente tale fino al biennio 1944-46 quando con successivi Decreti fu adottato come Regime Costituzionale Transitorio e valido fino all’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana il 01-01.1948.
Piazza Commerciale diventa (Cens.1901) Piazza valerio Catullo Gaio Valerio Catullo nasce a Verona nell'87 avanti Cristo e muore a 30 anni nel 57 avanti Cristo. A Roma fu in contatto con le maggiori personalità, politiche e culturali, influenti di Roma e i maggiori poeti del tempo.Ebbe contrasti con Cesare e Cicerone, il noto avvocato. Una vita sentimentale piuttosto burrascosa gli fece trascorrere numerosi soggiorni nella sua villa le note “Grotte di Sirmione”.

(Cens. 1901)Via Camilione è cambiata in Vicolo Virgilio Il “Camilione” è nella nostra memoria come quella casa cadente che ospitava i più bisognosi del tempo. Ricordo, uno per tutti, quel buon uomo del Bruno Taela. Era, insomma, quel che si dice oggi la vecchia casa popolare. Virgilio, Poeta Latino, nasce il 15-10-70 a.c. vicino a Mantova in un paese che ora porta il suo nome anche si vi è contestazione storico letteraria sul luogo esatto. Nell’opera “Le Bucoliche” traspare la sua origine agricola. Raggiunse Cremona, Milano ed infine Roma dove incontrando il patrizio Mecenate potè dedicarsi in libertà anche economica al suo estro. Morì a Brindisi il 21-09-del 19 a.c. di ritorno da un viaggio in Grecia. Se questo è quello che è stato variato tall'interno delle mura bardolinesi come precedentemente anticipato anche gli importanti Borghi e Vie a ridosso delle mura stesse oltre le Fosse furono interessati all’avvento dell’Unità d’Italia.

Solo la Via Fosse o come si diceva un tempo “ Le Fosse” non ha subito ritocchi.

(cens.1901) Via Diavoli diventa VICOLO Sirmione (deve essere stata una via stretta , oscura ed insicura) Sirmione è una cittadina che si collega con i poeti latini Valerio Catullo e Virgilio che tanto cantarono poeticamente il luogo di cui siamo dirimpettai. Così credo abbiano ragionato gli operatori del censimento del 1901. Ho raccolto a suo tempo la testimonianza del sig. Conte Ing. Antonio Rizzardi che mi confermava che la casa di Vicolo Sirmione è la più vecchia fra quelle costruite fuori dalle mura di Bardolino.

 (Cens.1901) Il Borgo San Severo diventa Borgo Giuseppe Garibaldi ed a seguire Via Goffredo Mameli allargandosi in Piazzetta Luigi Lenotti. Giuseppe Garibaldi nasce a Nizza il 04-07-1807 e muore nell’isola di Caprera il 02-06-1882. E’ conosciuto con l’appellativo di Eroe dei Due Mondi per le sue campagne, oltre che in Europa, anche in America meridionale ed è figura rilevante del Risorgimento italiano, Goffredo Mameli dei Mannelli, meglio noto semplicemente come Goffredo Mameli nasce a Genova Voltri il 05-02-1827 e muore a Roma il 06-07-1849 per una ferita infetta procuratasi durante la difesa della II^ Repubblica Romana. E’ stato poeta, patriota e scrittore italiano nato nel Regno di Sardegna. È l’autore del testo Inno Nazionale:” Il Canto degli Italiani” . Luigi Lenotti è il giovane bardolinese trucidato dalla polizia Asburgica e ben ricordato dal prof. Igino Consolini in occasione della cerimonia al Monumento del 17 marzo scorso. Una targa marmorea lo ricorda in Piazza Bra all’inizio di Via Mazzini appostavi dal Comune di Verona. Il 29 settembre di quest’anno in comunione di intenti con il Comune di Verona è stata apposta una corona d’alloro alla presenza di Autorità di Verona e di Bardolino.(tra cui l’Assessore di Bardolino dr. Marta Ferrari )

(Cens.1901)Piazzetta Cornicello o Cornesel in dialetto è cambiata in Piazzetta Giuseppe Mazzini Giuseppe Mazzini nasce a Genova il 22-6-1805 e muore a Pisa il 10-03-1872. Fu Patriota, politico e filosofo. Fu l’anima del Risorgimento. Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano. Le condanne subite in diversi Tribunali d'Italia lo costrinsero però all’esilio ed alla latitanza fino alla morte. Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato. In una lettera del 1846 la famiglia Terzi, allora proprietaria dell’attuale Villa delle Rose, si lamentava con l’amministrazione Comunale perché quando Il Borgo San Severo da Borgo diventava naturale scolo delle acque provenienti dalla Breara, queste stagnavano sul selciato accanto alla villa producendo grave disagio e pericolo per la salute pubblica ed al decoro del paese. L’Amministrazione si diede da fare ma ottenne anche il contributo del ricco richiedente. A quel tempo quella via era la cosiddetta Via Androna e solo nel censimento del 1981 è diventato Vicolo della Preonda) Le famiglie che abitavano intorno la chiamavano invece la “ rieta” essendo un piccolo percorso che conduceva direttamente alla riva del lago.

(cens. 1901)Via del Cornicello diventa Via XX settembreIl 20 settembre ricorda il 20 settembre 1870 e la presa di Roma attraverso la breccia di Porta Pia che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia concludendo il Potere temporale dei Papi con la Caduta dello Stato Pontificio. Era giornata di festa nazionale ma durante il fascismo venne abolita.. – Dai bardolinesi era chiamata “ la rotonda” per quel suo verso curvo e portava all’attraversamento pedonale con l’ indimenticabile ponticello di ferro del Progno San Severo verso la “Casetta del Romeo”

Via Porta Censimento 1936 diventa Via Giuseppe Verdi e, allo slargo, Piazza Agostino Guerrieri Giuseppe Verdi nasce a Roncole di Busseto (Parma) il 10.10.1813 e muore a Milano il 27-01-1901. Le sue armonie e le sue composizioni sono note a tutti e fanno parte del patrimonio culturale italiano. Quell’esclamazione VIVA VERDI(Vittorio Emanuele Re d’Italia) era il gridare della nascente Italia. La filarmonica Bardolino non ha mancato di onorarlo con due riuscite serate nel corso dell’anno. Il conte Agostino Guerrieri nasce a Verona il 30-09-1825 e muore sempre a Verona il 17-07-1893. Sin da giovane è impegnato fortemente nei comitati segreti che nel 1848 iniziarono il movimento dell’indipendenza italiana. Viene arrestato nel 1852 dagli Austriaci e condannato a 10 anni di prigione nella fortezza di Olmutz (Cecoslovacchia), già impero Asburgico ed ora Repubblica Ceca. Graziato torna a Verona ma nel 1859 è nuovamente catturato ed insieme ad Aleardo Aleardi ed al Lazzati inviato nel carcere di Josephstadt in Austria. Si guadagnò la medaglia al valor militare per il fatto di Tremolito contro il brigantaggio nel Sud.. Fu Sindaco di Bardolino dal 1871 al 1877 e questo risulta dai registri dello Stato Civile che iniziano nel settembre del 1871 ed è indicata la sua qualità di Sindaco.

(cens. 1901) Brolo dei Firmi diventa Borgo Camillo Benso Conte di CavourCamillo Cavour nasce a Torino il 10.08.1810 e lì muore il 06-06-1861. E’ stato politico e Patriota ma ebbe anche buona cura dei suoi affari. Ebbe contrasti sia con Garibaldi (temeva il rivoluzionario) che con il Mazzini (temeva le idee repubblicane). Benché non avesse un disegno di unità nazionale preordinato riuscì con successo a gestire gli eventi che portarono alla formazione del Regno d'Italia e venne chiamato il “tessitore” Morì nel periodo in cui era Presidente del Consiglio della nuova Italia. Fu il primo Presidente del Consiglio del nuovo Stato.

Il Brolo dei Betteloni diventa Piazza Betteloni per evidenti ragioni della notorietà dei poeti bardolinesi Cesare Betteloni nasce a Verona il 26-12-1808, malato e sofferente di depressione per tristi vicende familiari si toglie la vita a Bardolino il 27-09-1858. Suo il il Poemetto il Lago di Garda che riporta il famoso verso: O sacri poggi.. o florida riviera di Bardolin ridente occhio del lago… Vittorio Betteloni nasce a Verona il 14-06-1840 e muore a Castelrotto di San Pietro in Cariano il 01-09-1910. Studia a Torino e si laurea a Pisa Fu insegnante al Collegio Reale gli Angeli di Verona e frequentò Carlo Porta noto poeta della Scapigliatura di Milano. Gianfranco Betteloni è nipote di Cesare e figlio di Gianfranco. Anch’egli è poeta. Cura le opere del nonno e del padre e si interessa di agricoltura divenendo membro effettivo dell’accademia dell’agricoltura a Verona. Muore a Verona il 18.12.1948 Nel Cimitero di Bardolino sono soltanto ricordati ma non sepolti. Le spoglie riposano a Verona nel reparto dell’Ingenio Claris. Un Monumento bronzeo, opera dello scultore bardolinese Albino Loro, posto in Riva Cornicello, li ricorda tutti con parole del prof. Pierluigi Laita riflettenti la loro poesia .” Qui posti ad evocar l’amore che il loro benaco perennemente riflette in mesta delcezza di serenante poesia”. ed a seguire verso la vecchia stazione

(Cens. 1936) Via Giosuè Carducci allorchè fu praticata un’altra uscita dal centro di Bardolino per agevolare il cammino verso la stazione del treno. Giosuè Carducci nasce a Valdicastello nel Comune di Pietrasanta tra Viareggio e Massa il 27-07-1835 e muore a Bologna il 16-02-1907. Inizia il suo impegno politico dapprima nella sinistra mazziniana. Dal 1878, come poeta dell’Italia civile dedica l’ode alla Regina d’Italia, Margherita, divenendo poeta “vate” dell’Italia Nova. Le più più recenti variazioni dei giorni nostri: Nel censimento del 1981 il restaurato centro di Calmasino diventa: Piazza Risorgimento Italiano mentre nel 2010 viene inaugurata la Piazza del Combattimento dei Calmasino a ricordo del sanguinoso avvenimento del 1848 della prima guerra di indipendenza. A Don Pietro Castellani, Parroco di Bardolino nel Censimento del 1991 è dedicata una Via nella zona di San Zeno. Di don Pietro ne ha ampiamente parlata nella precedente conferenza il prof. Vasco Senatore Gondola . La piazzetta Ippolito Nievo si trova a ridosso della palestra Comunale e del personaggio ha approfonditamente trattato questa sera il prof. Armando. Brevi note curiose: Risultano a Bardolino tre contrade dedicate ad altrettante città: Palermo,Bergamo e Modena ma con l’originaria denominazione è rimasta solo Modena …… i Bardolinesi sanno manipolare anche i nomi delle contrade e così…. sono diventate Bergam e Paerno. Non sono stati toccati i nomi di altre contrade o case sparse di Bardolino. D’altra parte sono troppo belli. Basta pensare al Paradiso,a Valbella,a Valsorda, a Ceola, Bempensà e Malpensà,Beole ed Arca e le Corone… e anche Quaiara che per noi sarà il nostro dormitorio. No, non era proprio il caso di cambiare.. così come oggi sono da salvaguardare le tradizioni i positivi costumi ed usanze bardolinesi che oltrepassano le regole che sempre più si pretende siano soltanto scritte come un Codice. Conoscere se stessi o almeno tentare di farlo non affievolisca quello spirito libero e disinteressato di iniziativa personale od associativa finalizzato al solo scopo del bene di Bardolino.

Da bardolinesi lo pretendiamo anche da chi giunge o è appena giunto fra noi. Non tutto è schei. Noi siamo il futuro di ieri ed il presente di oggi è già il passato di domani è una ovvietà ,se volete anche banale, ma pensiamoci… E tanto per cominciare a nome della Commissione Comunale per l’Unità d’Italia propongo che la vecchia stazione del trenino e della “bigiona” sia ricordata denominando “I giardini della Stazione” il luogo dove essa sorgeva. Mi auguro che queste semplici righe, che non sono certamente esaurienti ed esaustive, servano per sollecitare e solleticare lo spirito di osservazione, di ciascuno nei riguardi del Paradiso di nome Bardolino.. che i nostri Padri hanno creato e che noi abbiamo il dovere di mantenere. Forse proprio per questo un’ autorevole indagine statistica del giornale economico “il Sole 24 ore” ha riferito che il nostro Paese è il più felice d’Italia. Ma è il caso di dire… noi lo sapevamo già… tutto dipende da noi…e

Le presenti note sono state illustrate il 06-10-2011 presso la sala Comunale della Discilpina di Bardolino nell'ambito delle manifestazione organizzate dalla Commissione nominata dall'Amministrazione per le Celebrazioni deli 150 anni dell'Unità d'Italia. La Commissione è così composta:

Prof. Armando Gallina,
PresidenteAvv. Marta Ferrari,
AssessoreProf. Igino Consolini
Sig. Giovanni Facchinetti
Sig. Ernesto Fasoletti.

La relazione è stata illustrata dal sig. E.Fasoletti.


LA PREONDA
E' dirimpetto al lago in un silenzioso colloquio con le acque.

“E’ La Preonda” una antichissima tavola di pietra rosa, rozza e mal lavorata, levigata da quell’unico scultore che è il tempo. Le sue origini sono ignote e la sua storia si identifica con le vicende di Bardolino. Non è azzardato ritenere che abbia fatto la sua comparsa al centro del paese al sorgere del Comune o della “ Società delle famiglie” intorno al 1230. Ha avuto le più svariate collocazioni a seconda dei tempi. Sicuramente il periodo del suo massimo “splendore” lo ebbe nel secolo scorso allorché diviene una vera e propria tribuna da dove improvvisati oratori locali discutono, discettano sull’operato del Municipio esponendo, soprattutto,  lagnanze. E’ stata un duro divano e/o tavolo d’osteria all’aperto. Questi motivi possono spiegare il suo trasloco dal centro del centro di Bardolino alla riva del lago accanto al porto. Sono storiche, e coperte da un alone di leggenda, le arringhe di tal “Giona” , piccolo di statura ma grandissimo per senno, diceva lui . La Preonda inoltre si è prestata da  ideale bancarella per l’esposizione e vendita  del pesce quando la pesca era l’unico e fruttuoso commercio del centro rivierasco. Chissà quanti contratti, strette di mano e comari avrà visto e sentito!Malinconicamente e silenziosamente quattro cavalli con quattro rulli di legno l’hanno trascinata più vicino suo lago… (nottetempo per evitare contestazioni)Ora è là come un cimelio a testimonianza di un tempo passato ma non trascorso perché sempre legata al cuore dei Bardolinesi.

Benchè silenziosa usano il suo nome e la fanno parlare: 
Una canzone/leggenda (vedi sopra)
Un Circolo Culturale
Una Società Commerciale

Trasferimento Preonda

Al Podestà di Bardolino
I sottoscritti cittadini di Bardolino si rivolgono a Lei perché voglia provvedere a levare la famosa “PREONDA” dal luogo dove ora si trova per eliminare il disturbo, la noia e (diciamolo pure) lo sconcio cui dà motivo.
Nei pressi della “Preonda” stanno numerosi esercizi, alcuni fra i principali di Bardolino, che vengono costantemente disturbati da tutto il vociare e lo schiamazzare che a sera i ragazzi fanno raccogliendosi sulla e attorno alla “Preonda”.
Non è, poi neanche decoroso che i forestieri, che sovente di sera sostano a Bardolino, assistano allo spettacolo poco edificante fornito dai monelli in pose scorrette sdraiati sulla “Preonda” e sopportino i gridi e gli urli dei quali i monelli allietano la piazza di Bardolino.
I sottoscritti, mentre fanno presente questo loro desiderio, si permettono di manifestare anche il pensiero che la “Preonda” non sia soppressa, ma spostata in luogo più adatto.
Ringraziano fin d’ora perché confidano che la loro domanda sarà accolta.
Bardolino 05 agosto 1929
Seguono 21 firme: omissis
06 agosto 1929
La richiesta è passata alla Commissione d’Ornato per l’esame e le proposte della presente domanda.
Il Podestà f.to Torresani
Nota a lato del parere della Commissione d’Ornato:
Non sono contrario alla rimozione della “Preonda” purché si trovi per essa un posto adatto alla sua tradizione “folkloristica”.
I componenti della commissione
f.ti omissis
26 settembre 1929
Veduta l’istanza del 5 agosto u.s. di parecchi Amministrati del Comune perché venga rimossa dall’attuale suo posto la tavola in pietra riconosciuta col tradizionale nome di “ PREONDA” ;
Veduto il parere dell’apposita Commissione d’Ornato la quale dà il benestare purché la stessa venga collocata in posto adatto;
Ritenuti plausibili i motivi esposti nella suddetta domanda dagli Amministrati stessi per il decoro e la polizia del paese;
SI CONCEDE
Che la cosiddetta PREONDA venga traslata da Piazza Vittorio Emanuele II° prospiciente l’Albergo Bardolino all’angolo strada lungolago-strada d’accesso all’imbarcadero e precisamente tra la colonna di ferro della pubblica illuminazione e prima pianta grossa di mimosa.
Tanto a riscontro dell’istanza del 05 agosto u.s.
Il Podestà f.to TorresaniOsservazioni:
Notare la velocità dell’iter burocratico del tempo.
La delicatezza dei termini fa capire quanto, questa grezza pietra, fosse amata e che senza colpa propria abbia dovuto subire lo spostamento dal centro cittadino.
Merita la canzone e la carezza del lago.

Adunata nella prima Domenica di Gennaio

Alzabandiera

Al Monumento

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